sabato 29 agosto 2020

Il destino di Alice di Simona Matarazzo

 Il destino di Alice - il mio nuovo racconto

(in copertina flessibile e kindle)





Alice si trasferisce a Borgo, cercando di lasciarsi alle spalle un mondo a cui sente di non appartenere. Lì, in quel paese sperduto tra i monti, incontra un uomo misterioso. Segreti, lupi e antiche profezie cambieranno per sempre il destino di Alice.
Alice e James, due creature fuori dagli schemi, si incontrano e si amano.
“Ad un tratto sentii un rumore. Mi girai e lo vidi! Un grosso lupo nero mi stava fissando. Da principio ne ebbi timore, poi una strana calma si impossessò del mio corpo. Nonostante amassi la neve e le foreste, non facevo parte di quelle terre e non mi azzardai a muovermi...”
"... A un certo punto mi ritrovai davanti a un cancello semi aperto. Non potei fare a meno di entrare. Al suo interno l'aroma pungente delle siepi si fece spazio nelle mie narici. Giunta al centro di quella specie di labirinto, mi ritrovai in un boschetto con giganteschi alberi, rocce e ruscelli. Ogni angolo dall'apparenza selvaggia, ogni foglia o ramo, erano curati nei minimi dettagli. C'erano aiuole, stagni e voliere. Più in là archi, statue, panchine di pietra. “Non può essere!”, esclamai meravigliata. Una porta di betulla seminascosta tra i cespugli attirò la mia attenzione. Aveva una finestra tonda come quelle delle favole. “Ma dai!”, dissi a voce alta. Spinta dalla curiosità e da un'irrefrenabile euforia, la aprii. All'interno trovai un altro giardino. Camminai in mezzo ad antichi vasi e annaffiatoi in ghisa. Oltrepassai una serra con fiori appesi e orchidee. Ero così presa ad ammirare il giardino, che per poco non andai a sbattere contro una statua..."
... Fuori dalle mura imboccai un sentiero. La neve non era tanto alta e il bosco, a differenza di quello di Rio Freddo, era ben tenuto. Camminai in mezzo a quella pace mentre i rami scricchiolavano nell'aria gelida. Mi sedetti su un tronco e chiusi gli occhi. D'un tratto avvertii un rumore. Mi alzai di scatto per capire da dove provenisse. Non feci in tempo a fare due passi che mi trovai dinanzi ad un lupo grigio. Non potevo andare da nessuna parte: alberi e tronchi mi impedivano la fuga. Rimasi immobile.
Il lupo cominciò ad avanzare, digrignando i denti.
“Non si muova! È ferita?”, gridò una voce. Era quella di James Forster.
“Sto bene”.
“Shh”, disse.
“Ok!”, risposi con veemenza.
“Non sto dicendo a lei ma al lupo!”.
James Foster si avvicinò all'animale e allungò il braccio proprio davanti al muso. Poi iniziò a parlargli in una lingua oscura, remota. Il lupo grigio si accucciò e gli leccò la mano.
“Come diavolo ha fatto? Cosa gli ha detto?”.
“Di non mangiare le ficcanaso”....